HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2015-01 > Paradiso e paradisi

Paradiso e paradisi

Sto leggendo un’ennesima descrizione di che cosa hanno provato le persone, che, a causa di un incidente, sono entrate in uno stato tra la vita e la morte, dove hanno avuto delle sensazioni particolari e quasi non descrivibili: una luce, un benessere, sensazioni uditive soavi, ambiente leggero.

Alcuni dichiarano che  questo stato è la vita oltre la vita, altri addirittura dichiarano di aver pregustato il Paradiso. Beati loro se si illudono di essere stati in Paradiso. Però che cosa veramente ne sappiamo del Paradiso, fino a che siamo sulla terra … almeno con un piede? E il ritorno alla piena coscienza logica e asimmetrica indica solo che questa coscienza si era oscurata lasciando più spazio e più tempo alla coscienza asimmetrica, quella che di solito domina la fantasia e i sogni.

Paradiso? Non arrischierei tanto. Difatti quello stato è percepito dalle nostre facoltà e dalle nostre sensazioni, quelle che sono parte del nostro essere in questo corpo.

Il paradiso ha la stessa logica intima di Dio, logica che sappiamo soltanto essere differente dal presente, ma non sappiamo quale sarà. Tutto fa parte del mondo arcano di Dio, il quale è percepito soltanto in maniera apofasica: ossia quel mondo è conosciuto soltanto negando che sia come il nostro.

Il paradiso, del quale parlano coloro che hanno provato quello stato di confine, non è percepito dalle nostre sensazioni, perché allora “saremo come angeli”. Ma chi sa come sono gli angeli?

Quel paradiso si snoda nel tempo, almeno su questo sono concordi tutti coloro che hanno provato lo stato di confine. Sappiamo comunque che il tempo è una misura creata insieme con lo spazio, ma è tempo non eternità.

25 luglio 2013