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Il cristiano spera


    Quale è la differenza tra la speranza cristiana e quella ebraica?  E per le religioni che non considerano la figura di un Messia sulla terra?

    La speranza è connaturale con la struttura psichica umana. Quando la si estingue o la si lascia estinguere (ogni forza umana spirituale, psichica e fisica), per mantenere la vitalità, abbisogna di alimento. Senza speranza, sembra non rimanga che o la morte naturale o il suicidio. Però anche il suicidio si attua per la speranza di liberarsi da un’afflizione, stimata insopportabile.

    Ritorniamo sulla speranza connessa con il Messia. Gli Ebrei oggi ancora attendono un Messia futuro. Quindi la loro speranza si basa su una promessa, che non si sa quando e come potrà realizzarsi. È una speranza autentica, basata anche su profezie, ma incerta sul tempo e sul modo della realizzazione. Anzi la realizzazione è immaginata in molte maniere, compresa quella di un ritorno alla restituzione di un bene del passato.

    La speranza cristiana non si basa più sulle promesse di un Messia futuro, ma sulla realtà di un Messia storicamente già concreto. È una speranza basata su un fatto, non su una promessa, per quanto autorevole.

    La speranza cristiana è quella del “già e non ancora”. Ossia si fonda su un fatto concretamente accaduto (morte e risurrezione di Gesù), che attende la sua completezza (non il solo accadere) nella cosiddetta parusia. È presente e si svelerà completamente nel futuro (escatologia).
Insomma la nostra speranza è una speranza con “i piedi per terra”.

    06.02.14