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Costruire la pace 1


    Per apprezzare la pace cristiana, è opportuno prendere l’avvio da ciò che noi si stima l’antitesi della pace: la guerra.

    Nei Vangeli leggiamo il termine guerra, ma solo negli insegnamenti e nelle descrizioni implicite, espresse da Gesù.

    “Può un re recarsi in guerra con un esercito di mille uomini, se deve affrontare un esercito di diecimila?”. Evidentemente si accenna alla guerra per indicare la necessità della preveggenza e della prudenza.

    In un passo del Vangelo di Matteo, Gesù si presenta come un violento, apportatore di lotta. “Sono venuto non per recare la pace, ma la guerra. Sono venuto a separare”. Gesù, in questo testo, descrive le conseguenze della sua posizione di rottura e discontinuità con il passato, non di lotta contro il passato. La lotta la incoraggiano coloro che, dopo la predicazione di Gesù e i suoi miracoli, si radunavano per cercare il modo migliore per sopprimere Gesù stesso.

    Al contrario, quando i suoi discepoli, credendo di concretare le sue parole, chiedono a Gesù il permesso di far precipitare il fuoco su una città ostile di Samaritani, Gesù li rimprovera, perché non avevano capito lo spirito dell’azione dell’insegnamento di Gesù.

    Quando nel pericolo che incombeva su Gesù e sui suoi, nelle vicinanze della sua cattura e della sua morte, Gesù chiede ai suoi se erano armati, e costata che erano armati.

    Però quando Gesù è catturato, Pietro sfodera la spada e comincia a menar colpi, tanto che riesce a troncare un orecchio al povero Malco, Gesù interviene: “Riponi la tua spada nel fodero: chi usa la spada, muore di spada”. Poi tocca l’orecchio e lo guarisce.

    12.08.15