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P5 Tutti nel Figlio

Nel capitolo terzo di Giovanni, leggiamo il termine “Padre” in un contesto che ci eleva.

“Il Padre ama il figlio e gli ha dato ogni cosa nella sua mano”.

Gesù si sente pieno di vita, di bontà, di capacità: ogni cosa. E afferma che la propria pienezza  è frutto dell’amore del Padre, che è un amore assoluto. Amando, si unisce.

Se è vero che Dio è Amore, ama con se stesso, e se è vero che amare è donare, Dio ama, il Padre ama, cioè effonde se stesso, in quanto amore, nel Figlio.

La Rivelazione di Dio è l’onnipotenza creativa, ma è pure se stesso, nella propria essenza.

Il Padre ama e ogni cosa riversa nel Figlio, quel Figlio che dice non esserci un amore più grande di quello di donare la propria vita.

Per noi, poveri mortali, il donare la vita coincide con il morire. Per il Padre il donare la vita, coincide con la pienezza di vita. Ogni cosa del Figlio. Ossia la totalità (panta!).

Quindi l’amore di Dio fa in modo che la totalità del Padre sia nel Figlio: perciò Gesù semplicemente affermerà “Chi vede me, vede il Padre”.

Il Padre ama con se stesso. Non conosce altri modi l’Infinito.

Il nostro accogliere liberamente l’amore del Padre, trasforma la nostra contemplazione in un indiarci. E’ vero che noi vogliamo il nostro indiamento esclusivamente attraverso la fede. Però la nostra fede non è credulità  ad affermazioni umane ( perfino gli scienziati credono), ma sicurezza nella stessa Parola  che ha creato l’universo e che in sé è Amore.

22-08-12