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P1 Padre!

Gesù ci ha donato lo schema fondamentale del nostro relazionarci con Dio.

Ci ha donato il Padre nostro.

Nel pregare dite: “Padre nostro”. Ecco la posizione iniziale.

Gesù non ci insegna a dire: “Nostro Dio che sei Padre”. Ma “nostro Padre del cielo che sei Dio!”. Infatti, subito dopo aver detto “Padre”, Gesù ci indica di riconoscerlo perchè  Dio: ”Sia santificato il tuo nome”, cioè :”Riconosciamo che la tua essenza (nome) è la tua santità (divinità).

Gesù ci indica prima di tutto la posizione di figli e poi quella di creature. E’ questo un capovolgimento, sebbene non sia una novità. Dio era riconosciuto anche come Padre, già dagli antenati di Gesù, eppure, nemmeno un salmo, si rivolgeva al Padre, anche quando venivano riconosciute la dolcezza e la tenerezza di Dio.

Nella preghiera suggerita da Gesù, in primo piano, quindi in evidenza, è posto il Padre.

La lezione è chiara, e Gesù stesso, quando prega, si rivolge al Padre. “Padre, ti ringrazio”. “Padre, l’ora è venuta”…

Questa sublime lezione , capace di legare i molti cuori, è stata dimenticata nella liturgia cattolica e cristiana, nella quale l’invocazione quasi esclusiva è quella di “Dio”, quando non è “Dio onnipotente….Creatore, Signore, ecc.”

Perché questo implicito rifiuto della paternità di Dio, quella che induceva alle lacrime di tenerezza Teresa di Lisieux?
Forse che la casta, per sentirsi più forte e più autorevole, non vuol percepire la tenerezza di Dio, che avvolge il “ gregge”che egli conduce e sul quale non impera?

GCM 21.08.12