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P4 Lo sfregio del Tempio

Nel secondo capitolo di Giovanni incontriamo nuovamente il lemma “Padre”.

Gesù entra nel tempio e lo sente spregiato dalla mercatura. Sbratta il tempio dai venditori e dalla loro mercanzia.
Che cosa farebbe oggi con tutto il commercio che si radica come edera infestante, attorno ai santuari cristiani?

Gesù ci mostra il Padre nella sua purezza, fuori dagli interessi dell’uomo. Egli parla della “ casa di mio Padre”. Ci fa comprendere che il Padre, che è nei cieli, ha una casa in Terra. Noi possiamo trovare il Padre perché possiamo recarci a casa sua.

Il seno del Padre, che si lascia assimilare dal seno di Maria, ora si lascia anche alloggiare nel tempio, quando affermerà che il Padre è ovunque nel suo tempio, perché lo si può adorare nello Spirito. Soprattutto Gesù mostra di essere lui il tempio del Padre, quando assimila se stesso al Tempio, che saprà ricostruire in tre giorni.

Gesù vuole pulita la casa del Padre, ossia vuole lindo il mondo, casa del Padre, della quale il tempio di Gerusalemme è una modestissima immagine. Egli si indigna per lo sfregio del tempio di Dio, che è il mondo ferito dall’uomo, e per il tempio dello Spirito, che siamo noi, soprattutto i piccoli che sono presenti a Dio.

L’indignazione incontenibile di Gesù, ci aiuta a vedere il Padre, che ama la purezza, l’estetica immacolata del mondo.

Ogni deturpazione ( guerre, incendi, sfruttamenti irragionevoli, ecc) del mondo, non è soltanto una ferita alla sopravvivenza umana, ma una grande disarmonia con il Padre.                       

 GCM 21.08.12