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 P3 Il seno del Padre

Mi piace viaggiare all’interno del Vangelo di Giovanni, per assaporare la parola “Padre”  ogni volta che vi compare.
Trascuro ora di ricordare quei tratti, dove il termine non è chiaro, ma implicito, ossia là dove, spesso si parla dei figli di Dio o del Figlio di Dio. Non perché ciò sia poco importante: tutt’altro! Ma perché mi piace fermarmi sull’espressione esplicita.

Già nel primo capitolo leggo: “Gloria come di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità”.

E’ una rassicurazione: come vedo il Figlio e scopro la sua gloria (gloria di Gesù, non la gloriuzza che gli uomini cercano di acquistare con qualche azione un po’ fuori del consueto), mi trovo in relazione con il Padre. Con Dio, sì, evidentemente; ma con Dio nella sua intima qualità di Padre. Dio non può sfuggire al suo fondamentale essere Padre. Quando mi incontro con Gesù, il Figlio, già sono al contatto con il Padre. Questo avviene sempre, perché lui e il Padre sono una cosa sola. Quando nella comunione sacramentale io assumo Gesù, assumo anche il Padre. Il Padre mi si dona nell’ostia di Gesù, perché Lui non può allontanarsi da colui che è nel suo seno.

Nello stesso capitolo, appunto, si nota che l’Unigenito di Dio, è nel seno del Padre. Quando Gesù si dona a noi, dona a noi il seno del Padre. Soprattutto ci svela chi è il Padre.

Gesù, oltre che essere contenuto nel tabernacolo, è contenuto nel seno del Padre. Quando il Padre comunica a Maria la possibilità di contenere nel suo seno il Figlio Gesù, è Lui che contiene Gesù e assimila Maria a se stesso. Perciò noi cattolici riconosciamo che Maria è piena di Grazia, proprio perché il Signore è con lei. Lo Spirito, unione del Padre e del Figlio, necessariamente agiva in Maria per continuare in essa il seno del Padre.

21-08-12