HOME

Home > Dio PADRE > Articoli 2012 > P11 Giudizio per la vita

P11 Giudizio per la vita

Il Giudizio di Dio è passato a Gesù,perché IL Padre ha consegnato tutto al Figlio.

Dio giudica, poiché non condanna, ma giustifica, perché comunica il proprio essere giusto, cioè santo, agli uomini.
Il mezzo unico, adatto a partecipare alla bontà del Padre, è il credere al Figlio.

Gesù, di se stesso, afferma che non condanna nessuno, perché chi non crede in lui è già condannato. Ossia si autocondanna, perché si sottrae alla giustificazione.

Il mezzo unico, adatto a partecipare alla bontà del Padre, è il credere al Figlio.

Il presentare un giudizio finale, dove si separano capri da pecore, buttando quelli nel fuoco ed elevando queste alla gloria del Padre, è un semplice uso retorico, non è la realtà, quella che troviamo lampante nel Vangelo di Giovanni.

Le parole di Gesù – e per noi ora il capitolo 5 di Giovanni –non sono una dottrina né filosofica, né teologica – ma annuncio.

Gesù non ha promulgato un catechismo della dottrina cristiana, ma un semplice annuncio che ci viene dal Padre.

Sul Padre Gesù non intesse un trattato, ma esplode in una meraviglia, che vuol far capire quanto è grande, buono, amante e amabile il Padre.

Gesù si prefigge di far amare il Padre,non di farlo temere o ammirare.

L’eventuale ammirazione del Padre nasce dall’amore, non dallo choc.

Noi che crediamo a Gesù e ci fidiamo perdutamente di lui, non attendiamo la vita eterna, ma già “ siamo passati dalla morte alla vita”. La fede in Gesù ci ha donato la pienezza del vivere.

Il risuscitare dai sepolcri è null’altro che il “riascoltare” quella Parola del Figlio, che fin dall’inizio dell’incontro con Gesù, ci ha fatto passare dalla morte alla vita.

Dal sepolcro si esce risorti, per collocarci definitivamente o nella vita o nella condanna.

25.08.12