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P6 Adorazione

Nel capitolo quarto di Giovanni, ritroviamo il nome del Padre: ”Credimi donna, viene l’ora quando né in questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre”.

Il Padre adorato. Non mi capacito a vedere e a leggere  che una persona dica ad un’altra, per esprimere il proprio amore: ”Io ti adoro”. Poi se si rivolge a Dio e dice di adorarlo, non include l’amore nella adorazione a Dio Padre. Un amore caldo, appassionato nell’affermare l’adorazione al proprio uomo oppure alla propria donna ; e un amore freddo, polare, assente quando si afferma l’adorazione a Dio?

Gesù afferma che l’adorazione al Padre è naturale, ovvia.

Eppure anche l’adorazione acquista varie inflessioni; quella a Gerusalemme (il tempio), quella sul Garizzim (il monte), quella in spirito e verità.

Il Padre cerca (zetei) adoratori, non li subisce. Cerca adoratori di un caratteristico tipo: quelli che sanno adorare con spirito e verità, ossia con spirito autentico ( spirito di figli) e con verità spirituale (figli nel Figlio).

Il Padre ha l’esigenza di essere adorato. Non è l’esigenza del satrapo, che pretende umiliazioni le quali aumentano la sua ambizione. Invece è l’esigenza del  Padre, per elevare al proprio livello i  suoi figli. L’adorazione al Padre non è prostrazione fisica, ma amore spirituale. L’avere inteso l’adorazione al Padre, quale cattiva imitazione dell’adorazione del Faraone, ha creato templi a Gerusalemme e in Samaria, alla Mecca e in Vaticano. Ma Gesù finalmente scopre un altro modo, un’altra forma di adorazione:fuori del tempio, nella libertà dello Spirito vero.

22-08-12