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P2 Il Padre di noi

Purtroppo anche noi, che abbiamo bisogno di misericordia, evitiamo di sentire Dio in quanto Padre.

Perfino quando esprimiamo i sentimenti familiari del Padre, abbiamo cambiato il senso delle parole. La “pietas” ( pietà), che è il classico sentimento intrafamiliare, l’abbiamo ridotta al significato di mera compassione. E, per di più, una compassione della quale non siamo certi.  Leggiamo infatti: ”non siamo sicuri se siamo degni di odio o di amore”, come mi inculcavano negli anni di seminario. Era per mantenerci nella paura. Paura di un Padre con la verga in mano.

Perfino la verga del pastore, che dolcemente instrada le pecore del gregge, è diventato il bastone del  giustiziere o del caporale.

Padre mio, quanto ti abbiamo contristato, nascondendo il tuo amore perfino nella tua “chiesa”, ridotta a società, mentre tu la vuoi tua famiglia.

Padre abbiamo preferito temerti, anziché aprirci al tuo amore e credere e fidarci totalmente del tuo infinito sentimento di dolcezza, che si chiama “misericordia”, un cuore che riconosce le debolezze, le accetta e le sostiene.

Aiutami a far risuonare nella mia preghiera il tuo nome di Padre, che almeno nel mio piccolo quotidiano, io possa dire e gustare la soavità della tua paternità, almeno quando ti prego.

Per scoprire le variazioni intime della tua paternità, è opportuno che io scopra i sentimenti di Gesù, quando si rivolge a te, chiamandoti Padre. Penetrando i tuoi sentimenti, scoprirò le tue inflessioni di amore paterno e anche materno (sei tu, che hai creato sia il padre che la madre, estraendoli dal tuo seno creatore).

21-08-12