HOME

Home > Dio PADRE > Articoli 2012 > P12 Autoreferenza divina

P12 Autoreferenza divina

Il capitolo 5 di Giovanni  è un pozzo di annunci per incontrare il Padre, attraverso Gesù.

Santi e teologi hanno attinto da tale capitolo motivi per la loro contemplazione e per la loro riflessione. Anche i teologi contemplano, se non pretendono di scoprire Dio, attraverso soltanto tecniche intellettualistiche.

L’ultima parte del capitolo è una dichiarazione di pretta  autoreferenza divina.

Gesù inizia ad affermare la propria unità con il Padre, scartando addirittura il valore probante del suo precursore Giovanni Battista.

Gesù non è Figlio del Padre perché tale l’ha riconosciuto o, peggio, costituito Giovanni.

Egli rivendica la propria assolutezza e validità, perché divino è stato costituito dal Padre. Le stesse opere che egli compie, escono direttamente dalla fonte divina che è in Lui.

Il Padre “divinizza” l’uomo che ha mandato. Giovanni può anche profetizzare,  ma solo il Padre può divinizzarlo.

Il Padre ha dato la consegna al Figlio di operare, e le opere dimostrano la fonte divina sgorgante nel Cristo.

La testimonianza che Gesù è il Figlio del Padre, può essere desunta dalle opere.

Gesù rimproverò i graziati dal pane stranamente moltiplicato, perché, anziché accorgersi dell’essenza divina dell’operazione, si sono fermati alla loro sazietà.

Oltre a fornire Gesù di opere divine, autentica testimonianza, Il Padre stesso si è impegnato di dire “Questo è mio Figlio”. Giovanni aveva “visto” e testimoniato, ma “voi non avete mai ascoltato la sua voce, non visto la figura del Padre e non conservate in voi la sua Parola”.

Il Padre è testimone e garante di Gesù. Gli uomini  si garantiscono tra di loro. Gesù, Figlio, trova la propria garanzia dal Padre. Per noi è mera posizione di fede.

24.08.12