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Magnificat

07.05.12

Noi siamo graziati. Possiamo sempre unirci alla preghiera di Gesù, e non solo. Chi familiarizza con la preghiera liturgica delle ore, è comandato di partecipare, ogni sera, alla preghiera di Maria.

Recitare il Magnificat vespertino, sapendo che Maria l’ha posto nelle nostre mani, e che lo recita con noi, arricchisce di affetto e di gioia quella preghiera, quell’inno!

Il Magnificat è un inno, che non si può ripetere senza il sorriso. Non è una formula liturgica da ripetere, e chissà con quanta svogliatezza!. È un’iniezione di cielo materno nel nostro cuore.

Quando un amore non volgare unisce due persone, il poter penetrare nei sentimenti dell’altro dona momenti di dolce spasimo. Maria ha lasciato a Luca evangelista, il compito di farci unire a Lei, nel suo godere la lode.

Ogni sera noi ci lasciamo andare in questo fiume, che scorre e trascina. Trascina verso l’alto, perché la fonte d’acqua viva che in noi fa scaturire lo Spirito Santo, zampilla verso la vita eterna.

Esser partecipi di Maria nel Magnificat ci eleva alla “grandezza”. Io “dichiaro grande il Signore!”. E’ inno di riconoscenza perché Lui, grande, ha reso me e noi grandi. L’invasione in noi della grandezza di Dio, l’Immenso, non è un passaggio, ma un collocamento. Collocamento che pervade: Lui grande ha compiuto e sta compiendo grandezze, pur dentro l’umiltà della sua serva e dei suoi servi.

Magnificat è dichiarare grande Dio, perché ci dilata nella sua grandezza. Soltanto l’umile può misurare la grandezza della persona di Dio. Soltanto l’umile, che parte da zero, ha in sé, nella propria piccolezza, la misura della grandezza di Dio. Egli sente Dio nella sua totalità; il superbo misura Dio a spanne.

Preghiera di Maria, con Maria, in Maria. Magnificat!

GCM 26.03.12