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Amore e gioia

Se mi amate, osservate i miei comandamenti.

Questa frase di Gesù, riferita nel Vangelo di Giovanni, segue una frase fondamentale: “Come il Padre amò me, anch’io vi amai: rimanete nell’amore, quello mio (Gv 15,19). Questa è la base del rapporto di noi cristiani con Gesù.

La radice è il Padre, che ama. Il tipo infinito di amore divino, è il tipo infinito dell’amore di Gesù. L’amore immenso del Padre (Dio è Amo-re!), genera una capacità di amore immenso nel Figlio verso di noi.

Rimanere nell’Amore del Figlio è rimanere dentro l’Amore infinito. Paolo affermerà: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Tribolazione, an-goscia, persecuzione, fame, nudità, pericoli, spada?... Ma in tutte queste cose stravinciamo a causa di chi ci amò” (Rm 8, 35-37). Nulla ci può se-parare dall’amore che Gesù ha per noi, perché il suo amore è stabile e-ternamente, come è stabile l’amore del Padre.

Gesù ci indica la condizione per usufruire del suo amore: osser-vare i suoi comandamenti, le entolai, le sue profonde esigenze. Ma que-sta è solo una condizione o una conseguenza?

In realtà la legge di Cristo, le sue esigenze basilari sono l’amore a Dio e l’amore al prossimo. L’amore non conosce legge, non si sotto-pone a legge, ma è un’immissione dello Spirito di Dio in noi. E dove c’è lo Spirito ivi vibra la libertà. Osservare i “comandamenti” è semplicemen-te restare nel pieno dell’Amore di Dio!

Gesù continua: “Queste cose ho detto a voi, affinché la gioia, quella mia, in voi [sia], e la gioia di voi si riempia!”.

Il discorso d’amore e sull’amore, di Dio, di Gesù, nostro, deve necessariamente condurre a quella gioia, per la quale il Padre ha donato suo Figlio.

GCM  10.05.12