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Dio muto

Una preghiera della Messa, ci avverte che Dio resta muto, se noi non gli prestiamo la nostra voce.

Dio, per rendersi presente tra gli uomini, abbisogna di uomini. Perfino crea, nello Spirito Santo, l’uomo Gesù nel ventre di Maria, per essere uomo con uomini, ed annunciare e attuare la sua salvezza nel suo mondo, il mondo creato da lui. Gesù, alla morte, per continuare una presenza umana tra gli uomini, chiama le persone ad essere Chiesa. Nella Chiesa e attraverso noi Chiesa, egli salva ed egli parla.

Se la salvezza dell’uomo, oltre che nella Chiesa, Egli la produce direttamente, la sua parola, invece, può udirsi nel mondo unicamente attraverso noi, Chiesa.

Ecco perché Dio rimane muto, se noi gli impediamo di parlare tramite nostro. La nostra ritrosia a parlare le parole di Dio non ricade solo su noi, a causa della nostra inerzia, ma, oltre a danneggiarci, impone a Dio di restare muto.

L’apostolo: “se parlate, parlate con la Parola di Dio”. La Parola è affidata a noi, affinché procuriamo la nostra stessa salvezza, attraverso il nostro annunciare.

Lo stesso apostolo scrive: “Guai a me, se non annunciassi!”. La parola ci distingue dalle bestie, e insieme ci avvicina inevitabilmente al nostro principio, a Dio, che per parlarci si è fatto uomo in Gesù. Lo chiamiamo: Verbo incarnato, Parola umanizzata.

Parlare la parola di Dio ci rende sicuri e felici. Dio, che è in noi, grazie alla forza del suo Spirito, traspare attraverso noi, grazie al nostro parlare e alla nostra obbedienza della fede.

GCM 14.10.11