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Comunicare

09.03.12

Sto rimuginando su una frase, letta in W. Kasper: “la parola di Dio non è un’informazione, ma una comunicazione”.
Parlando Dio si comunica, perché è Amore. Dio non è parcellizzato, di qua informa, di là comunica, di qua agisce, di là è muto.

Dio è semplice, e perciò è in ogni sua manifestazione, sebbene noi riusciamo a percepire Dio, secondo i nostri momenti di percezione diversificata. Dio è sempre tutto presente con la vastità infinita del suo essere.

Certamente chi ama comunica se stesso, anche quando informa. La sua informazione è comunicazione, ossia offerta di tutta la sua ricchezza interiore personale.

Ciò che, attraverso i profeti Gesù  la Chiesa, Dio ci fa sapere e conoscere, noi lo possiamo ricevere se siamo disposti a ricevere lui stesso che si dona. Essere disposti al dono, che è Dio, è il modo sincero di “ascoltarlo”, cioè attivare l’obbedienza della fede, come ci dice Paolo.

Ascoltarlo è riceverlo, percepirlo, goderlo.

La sua parola, comunque venga pronunciata e qualunque argomento esprima, è sempre tutto l’amore di Dio, che si sprigiona e che ci raggiunge. Temere Dio che ci parla è metterci fuori dalla traiettoria dell’amore. La minaccia, attraverso la quale talvolta Dio parla, non è prodotta da odio, ma da amore.

In ogni espressione di Dio è presente tutto Dio. Che Egli crei, salvi, risusciti, parli, è sempre lo stesso Dio, nella sua semplice unità, che si presenta e si offre.

Tocca a noi essere disposti ad accogliere Dio, sotto qualsiasi veste si presenti. Parola di Dio o Corpo di Cristo: ivi Dio è tutto. E ogni attimo della nostra esistenza è incontro e accettazione di Dio, è amore che si dispiega.

Perciò sopra e dentro il suo informare, vibra sempre il suo comunicare.

GCM 17.10.11