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Soci di Dio

04.05.12

Dio, il nostro Padre, è distante dalla sua opera? Egli ha abbandonato a se stessi oggetti o persone? La sua presenza nel mondo deve essere richiesta, e forse insistentemente?

La concezione di un Dio lontano e assente è nutrita anche da molti che si dicono cristiani. Per essi torna utile ai propri comodi, pensare a un Dio disinteressato e avulso dal mondo. E' pazzia riflessa quella di credere che Dio è quello che essi credono. Invece Dio è sempre presente in sé e in ciò che lo riguarda. Il mondo e gli uomini lo riguardano.

Dio non abbandona la propria opera, ma agli uomini offre e chiede la cogestione di loro stessi e del mondo. Noi siamo soci di Dio nell'opera della nostra salvezza e della salvezza del mondo.

La presenza del Padre si associa alla nostra presenza. La sua opera alla nostra opera.

Creati liberi, dotati di libertà, noi proprio perché liberi, Dio ci ha associati a sé. La libertà è condizione al nostro rispondere a Dio che ci vuole suoi collaboratori e soci.

Il suo agire nel mondo è "alleanza". Alleanza, ossia operatività concorde, con il "capitale" che noi uniamo al capitale di Dio, che tuttavia mantiene la maggioranza. Eppure senza minoranza il capitale non è completo. La sottrazione della nostra cooperazione a Dio, squilibra non solo chi si sottrae a collaborare con Dio, ma anche tutta l'opera, tutto l'universo.

Dio prevede l'universo; perciò la nostra collaborazione con Lui, si estende in ogni ora e in ogni luogo. Tutto è offerto alla nostra collaborazione con la Trinità.

Il mondo è vostro, voi siete di Cristo e Cristo è di Dio: ammaestramento di Paolo.

GCM 23.01.12