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Collaboratori di Dio

30.03.12

Iddio ci ha creati liberi, perché egli vuole con sé dei collaboratori, non degli schiavi.

La collaborazione è la cifra eterna di Dio. Cifra che lo fa essere uno della Trinità. Come? Mi accontento (e ne ho abbastanza per essere felice) di essere sicuro che lo saprò chiaramente, quando nella Trinità sarò tuffato per sempre.

Gesù, quando inizia a svolgere il suo compito, unisce all'annuncio del regno, di cui egli stesso è araldo  e presenza, la scelta di primi collaboratori. Infatti egli unisce il suo "credete all'annuncio!" con la chiamata di Pietro, Andrea, Giovanni e Giacomo.

Senza l'uomo non salva l'uomo. E non soltanto perché non avrebbe nulla da salvare, ma anche perché non avrebbe l'uomo collaboratore nel salvare l'uomo. Mediatore (sia in Gesù, che in Paolo e in noi) di salvezza e beneficiario della stessa salvezza.

I collaboratori di Dio, liberi di accettare l'incarico di salvare, sono necessari a Dio. In essi si prolunga la collaborazione trinitaria, l'espansione dell'amore unitivo che unifica in sé Dio stesso.

Chissà quanti prima di me, contemporaneamente a me,e dopo di me, stanno riflettendo (e accettando) questa realtà della collaborazione unitaria con Dio! Anche questo è frutto di unità. Un legame misterioso ci lega nella stessa intuizione, che rispecchia la Trinità, nella dinamica unitiva.

Senza di noi Dio non salva gli uomini. Uccidere i cristiani, liberi collaboratori di unità con Dio, come oggi accade in Nigeria, è per i medesimi uccisori una diminuzione della loro stessa possibilità di salvezza. Eppure ancora lo Spirito agisce e salva.

G.C.M. 23.01.12