HOME

Home > Chiesa UMANA > Articoli 2011 > Provvidenza nel tempo

Provvidenza nel tempo

Nella storia della Chiesa, ci fu un papa teologo, che fu anche riconosciuto santo: Pio V.

La Chiesa cattolica è composta da un corpo enorme, elefantiaco. Quindi è lenta nel progredire, e nell’accettare le novità. Avvenne così anche dopo l’importante Concilio di Trento. Alcuni vescovi, presero seriamente le indicazioni del Concilio; tra questi è ricordato Carlo Borromeo. Però per dare una scossa a tutta la Chiesa, si profilò, molto energica, l’azione di Pio V.

Il papa, domenicano, aveva insegnato teologia, evidentemente secondo le squisite indicazioni di S. Tommaso d’Aquino. Era un papa formato dalla teologia tomista, che imbevve la sua vita, sia nelle riforme interne disciplinari e liturgiche, sia nell’azione esterna (vittoria di Lepanto).

Le riforme anche dottrinali, come il catechismo, risentirono da allora fino al Concilio Vaticano Secondo, dell’impronta di Pio V, trascurando altre importanti correnti di pensiero, come lo scotismo francescano, e quasi soffocando ogni novità.

E’ il destino del papa teologo: fortuna per la chiarezza delle idee, svantaggio per la ricchezza delle correnti cristiane. La paura delle devianze dottrinali, protrattasi per secoli dopo Pio V, portava a demonizzare ogni voce fresca.  Di questa paura fu vittima anche il Rosmini.

Anche il papa teologo segna solo una tappa nel cammino della Chiesa, non la chiusura dei secoli. Una tappa provvidenziale, non una conclusione o un bavaglio. Un aiuto, non un freno. Uno stimolo, non una chiusura. Un bene: non un bene assoluto, che si trova solo in Dio. Una provvidenza, principalmente quando svolge il suo servizio di “infallibilità”, servizio che, evidentemente, va misurato e non sprecato.

GCM 10.04.11, pubblicato 25.09.11