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Mantenere Gesù nella Chiesa

Odo sempre ripetere: “Dio sì e Cristo sì, ma Chiesa no”. E’  sputare nel piatto, dal quale ci siamo nutriti.

La domanda è ovvia: le persone avrebbero conosciuto Gesù, se la Chiesa, noi Chiesa fatta di santi e di peccatori, non avessimo veicolato Gesù lungo i secoli, fino a oggi?

Staccare Gesù dalla Chiesa, è staccare Gesù da se stesso. Gesù ha pur detto “Io sono con voi fino all’estinguersi del tempo”. E’ con noi, addirittura noi siamo lui, il suo corpo presente nella storia.

E’ con noi. E se qualcuno si allontana da noi, corre il rischio di non incontrare più il Gesù reale, ma di imbattersi nel fantasma di Gesù, creato dalla sua fantasia.

Gesù non proibisce agli estranei di agire nel suo nome, ma perché agendo nel suo nome, essi “fanno parte dei nostri”.

Gesù, e solo Gesù, è la quintessenza della Chiesa. Non regge il reciproco, “la Chiesa è la quintessenza di Gesù”: è un assurdo.

Pretendere di estrapolare Gesù dalla Chiesa, è sterilizzare Gesù, renderlo improduttivo, perché estratto dal suo habitat oggi, nel tempo e  nel mondo.

Purtoppo anche qualche cristiano pretende di estrapolare Gesù dalla propria vita, quando il suo agire non parte da Gesù  e il suo pensare non collima con il pensare di Gesù. Si costruisce una vita ebraica (Decalogo) o pagana (stoici ed Epitteto), e non una vita tutta di Gesù. Nel suo cuore il peccato è più urgente e importante di Gesù; perfino l’onestà è più importante di Gesù.

E finisce, conseguentemente, che anche qualche cristiano favorisce - a cominciare da se stesso -  il separare Gesù, il nostro Gesù, dalla nostra Chiesa.

GCM 26.04.11, pubblicato 13.09.11