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Poveri strumenti

Mi trovo frequentemente sotto gli occhi un libro in memoria di un  prete, morto suicida.

I suoi scritti sono pieni di cultura e di spiritualità. Ha seguito e consigliato molte persone, che gli sono gratissime.
Attraverso di lui, bella intelligenza dentro una fragilità solitaria, lo Spirito ha illuminato e consolato molti, i quali non sono riusciti ad alleviare la sofferenza di lui. Strumento debole del passaggio della luce divina.

Mi sovvengono altre situazuioni. Dio che benedice il ramingo popolo di Dio attraverso l’asina del profeta pagano Balam. Dio che, in Gesù, si serve di Giuda Iscariota per annunciare Gesù e compiere guiarigioni.

Preti deliranti, meschini, pedofili, attraverso i quali Dio ha versato la trasmissione della sua parola e l’assoluzione dei peccati.

Attraverso gli sciagurati papi del Rinascimento e di altre epoche, Dio ha mantenuto viva la chiesa di Gesù.
Attraverso gli innumerevoli erranti della chiesa, ha pure continuato la sua opera di misericordia per i poveri e per i peccatori.

Paolo è diventato “strumento” di salvezza, proprio quando più rabbiosa si scatenava la sua opera di “strumento” di persecuzione e di morte.

Certo l’opera di Dio può facilmente agire attraverso quel Paolo, che si dichiara il primo dei peccatori.

Di fronte a questa maniera di agire di Dio, il cuore si allarga di commossa riconoscenza. Chi mi ha trasmesso la parola della fede poteva essere peccatore e forse (anzi sempre) indegno, e a mia volta, pur sentendomi povero e indegno, peccatore la mia parte, posso trasmettere luce e perdono. Tutto è misericordia.

GCM 27.01.11, pubblicato 12.03.11