HOME

Home > Chiesa UMANA > Articoli 2011 > Paolo il terrorista

Paolo il terrorista

Certamente S. Paolo può essere dichiarato patrono dei terroristi. I terroristi perseguitano in nome di Allah, o di Dio, o dell’idolo della propria ideologia.

Opprimere gli altri, che non la pensano come noi, è persecuzione. Opprimere gli altri perché pensano Dio in modo differente da come lo pensiamo noi, è terrorismo religioso: questo faceva Saulo, con quel grande zelo, che hanno tutti coloro che sono bardati di paraocchi.

Il peggio avviene nelle Crociate o nell’Inquisizione, dove l’idea di Dio nutrita dal persecutore, si vanta di essere stata rivelata da Dio. Il massacro è dichiarato santo. Come, durante le Crociate, era stato dichiarato perfino da qualche santo, quale Bernardo.

Grazie a Dio, Francesco si allontanò da tale idea.

Paolo, protettore dei terroristi, perché conduceva in prigione e alla morte. Però protettore anche per il resto della sua avventura. Lui, che ha vissuto l’esperienza del terrorismo, ha vissuto anche l’esperienza del superamento del terrorismo, per passare dalla parte dei perseguitati. Ha scontato con una persecuzione passiva, la sua persecuzione attiva. Quasi una compensazione totale.

Il punto di passaggio ha inizio con una grande luce, che supera il mezzogiorno e lo acceca. Luce superiore alle sue idee. Una luce inaspettata, che lo getta a terra. Non bagliore di scoppi, ma illuminazione potente. I bagliori delle stragi perpetrate dai terroristi sono luci di morte. Lo splendore visto da Paolo, è esplosione di vita.

Paolo, che era stato per lungo tempo lo scolaro brillante di Gamaliele, ora impara da Anania e nel lungo tempo passato nel deserto, la luce di Gesù.

GCM  25.01.11 , pubblicato 22.03.11