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Fede e certezza

Una fede pacifica e sicura, una fede che non s’incrina, adamantina. Molti pensano che la fede debba essere coniugata alla certezza del credere, per essere autentica o addirittura autenticata da noi.

Invece la terra feconda, nella quale la fede è seminata, è proprio il dubbio. Non vedo eppure credo. Anzi credo proprio perché non vedo.

“Aumenta la nostra fede”: dicono i discepoli a Gesù. Andavano con fiducia a Gesù per coltivare la fede. Forse non s’accorgevano che chiedere aumenti di fede a Gesù, era un atto di fede autentica. Il pregare per avere fede, è già fede operante.

La fede è un rinnovato, e spesso nuovo, rivolgercoi a Dio perché conceda il dono della fede. E’ sforzo quotidiano. Alla fine della vita, Paolo si consola, scrivendo “Ho conservato la fede”.

Si può “perdere” la fede? S. Filippo Neri  chiedeva a Dio di tenergli la mano sulla testa, altrimenti lui si faceva turco.

La fede, che non ricomincia ogni mattina, perde caratura e smalto, fino ad arrugginirsi e a estinguersi.

La fede non può essre certa, come le certezze della vita comune. Sebbene anche le certezze della vita siano labili. Perfino quando cammino per strada, non sono sicuro che in qualche tratto non possa spalancarsi una falla o un baratro.

La fede è certa soltanto sotto un riguardo: il dono di Dio della fede, non è mai e non sarà mai ritirato da Dio. Il nostro credere è labile, ma la fede che viene da Dio è certa.

Proprio perché il nostro credere è un credere umano, instabile come è instabile e incerto l’uomo, è necessario rivolgerci continuamente a Dio, affinché aumenti la nostra fede.

GCM 07.02.11, Pubblicato 03.05.11