HOME

Home > Sacra Rappresentazione > Anno 2002 > Semplici

Semplici

Francesco d'Assisi parlava, gestiva, cantava in modo semplice e immediato, da grande mistico ed artista quale egli era. Ma non nutriva la coscienza di essere artista, e tanto meno voleva far l'artista. Egli si riteneva semplicemente un "pazzo di Cristo".
Parlava e gestiva semplice, perché soltanto in quel modo riusciva a comunicare con la gente semplice, cui si rivolgeva.

La sacra rappresentazione di sapore francescano infatti non solo usa mezzi poveri, ma si rivolge ai poveri. I ricchi hanno a loro disposizione studi teologici e spettacoli. I poveri necessitano di cose piccole e ne escono soddisfatti.
"Ti ringrazio, o Padre, tu che possiedi tutto, perché il tuo segreto non l'hai dissotterrato per i dotti e per i saggi, ma lo hai rivelato ai piccoli. Sì, Padre, questo ti fa piacere!".

Forse un errore fu rivolgersi ai ricchi e ai sapienti per appoggiare la sacra rappresentazione. Il Vangelo è retaggio dei poveri, e tutto ciò che proviene dal Vangelo è retaggio dei poveri.
Il ricco e il sapiente corrono il rischio non ipotetico di servirsi della sacra rappresentazione per aumentare le proprie informazioni o la propria ambizione. Il povero semplicemente segue il testo, se ne imbeve, non ne instaura una dotta critica, non si serve del testo per vantarsi, ma per convertirsi.

Quando crediamo di esserci impadroniti delle cose che riguardano Dio, siamo otri rovinati, che disperdono la Parola di Dio. Chi pretende di capire Dio, lo capirà molto difficilmente e tardi. Chi si affida alla Parola e l'accoglie, fa accendere dentro di sé lo Spirito che illumina.

Resta sempre vero che ai poveri è annunciata la buona novella.

GCM 09.07.02