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Ricerca

Ho notato, parlando con alcuni collaboratori, che il vocabolo "ricerca" suscita della perplessità.
Nell'Associazione Veneta per la Sacra Rappresentazione, da me creata, qualche membro del Consiglio di presidenza attribuisce al lemma "ricerca" il semplice significato di riscoprire ciò che fu compiuto nel passato. Non pensa di rivolgersi a chi ha stilato lo Statuto, per ricevere una chiarificazione sul concetto di ricerca.

Mi garba sottolineare due atteggiamenti e perciò due metodi di ricerca: la ricerca d'archivio e la ricerca di laboratorio.

La ricerca d'archivio preferisce porsi sul versante accademico per attivare una nobile ricerca storica, scrutando diligentemente il passato. La classe accademica, nutrita in particolare di mentalità borghese si rivolge indietro, scoprire, criticare e ammirare il già compiuto e stabilizzato. La ricerca d'archivio non è stimolata (e minacciata) dalla fretta di inventare e tende a contemplare in serenità e in pace quanto possiede dei contorni precisi.

La ricerca di laboratorio preferisce il versante operativo. Guarda il presente e, tenendo in luce i risultati del passato, tenta di scavalcarli mirando al futuro. Più che contemplativa, essa è creativa, trascinandosi però anche nel pericolo di fornire opere incomplete. Non è principalmente accademica. Si allea agevolmente con gli artisti, con gli scienziati, con i nuovi talenti, se esistono.

Il laboratorio attira e sollecita i giovani "imprenditori". Però necessita che anche la ricerca di laboratorio non si scosti dalle linee portanti della sacra rappresentazione, la quale deve sfuggire alla sirena della spettacolarità, per attenersi alle due esigenze fondanti: povertà di mezzi usati con stile e semplicità, e centralità del messaggio parlato, per porre in primo piano la Parola.

GCM 22.05.02