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3. Non è teatro

La sacra rappresentazione è semplice (non teatrale), annunciante Gesù e il Padre.

Perciò si differenzia anche dal teatro a soggetto religioso. I grandi lavori teatrali a soggetto religioso (perché dimenticare i grandi "Il saluto a Maria", "Assassinio nella cattedrale", "Processo a Gesù", ecc.?) differiscono dalla sacra rappresentazione, sia per la loro spettacolarità, sia per la loro necessaria "laicità" di impostazione.

Per il teatro uno spettacolo a soggetto religioso è prima di tutto uno spettacolo, che tratta il soggetto religioso con le stesse regole con cui tratta "Ifigenia in Tauride" oppure "Aspettando Godot".

Da qui sgorga un problema non trascurabile: un regista teatrale può essere in grado di fungere da regista anche di una sacra rappresentazione? Non notiamo forse una differenza tra il film "Fratello Sole" di Zeffirelli e "Il martirio di S. Lorenzo" di Turoldo?

Probabilmente il regista teatrale cercherà di sottolineare la presunta teatralità insita nella sacra rappresentazione, ma è portato a non sentirsi "trasmettitore del divino".

Avviene come per la musica a soggetto religioso. Bach intendeva catechizzare. Molti direttori d'orchestra eseguono Bach soltanto tecnicamente, perdendo, anche artisticamente, l'afflato profondo voluto e perseguito da Bach nelle sue costruzioni.

Agli effetti di una "partecipazione liturgica" è, a volte, più efficace un "Mira il tuo popolo" di S. Alfonso de' Liguori, che non una messa di Mozart.

Se la sacra rappresentazione è a servizio della Parola, com'è naturale sia, anche regista, figuranti, cantori devono ritornare "ad essere fanciulli" per armonizzarsi con il testo, e solo così, riuscire efficaci.

Le sacre icone si venerano, non si espongono in musei. Altrimenti perdono il loro vero fascino.

GCM 04.04.02