Embolismo
La parola "embolismo" è strana, eppure esprime una bella realtà: una
particella si stacca da un nucleo e forma un altro centro, autonomo e
anche dipendente dal nucleo di partenza. L'embolismo classico,
perché presente in tutte le messe, è quello che si forma dopo la recita
del Padre Nostro. Alla fine del Padre Nostro, che si conclude con la
frase "liberaci dal male", è ripreso il tema "liberaci" e diventa una
nuova preghiera: "Liberaci, Signore, da tutti i mali …". Già nel
Vangelo, Gesù aveva operato un embolismo, perché dopo aver insegnato il
Padre Nostro, nel quale si prega "Come noi li rimettiamo ai nostri
debitori", egli aggiunge: "Se voi rimetterete agli altri i loro
peccati, ecc.".
Gesù stesso può essere considerato un
"embolismo" della Trinità, dalla quale il Verbo parte per incarnarsi
nell'uomo Gesù e portare la luce e la gioia divina tra gli uomini.
È
vero che noi conosciamo il vocabolo soltanto come termine medico:
"embolo", "embolismo" e quindi … morte o giù di lì. Però il termine
usato nei rapporti con Dio indica "vita" propagata: "come in cielo così
in terra.
Embolismo può essere considerata ed è una sacra
rappresentazione. Essa è una paraliturgia (chissà perché questo termine
ha dato fastidio a qualcuno!), perché sviluppa qualche concetto o
qualche rito già enunciati durante la liturgia (esempio: gli oratori
della Passione, come sviluppo delle parole dell'anamnesi). La sacra
rappresentazione sviluppa, evidentemente, un testo del Vangelo, che
pure è inserito nella liturgia della messa. Lo sviluppa o con
l'allargamento della parola, o con l'aggiunta della figurazione o
dell'azione, o con il commento della musica. Sacra rappresentazione: embolismo liturgico.
GCM 22.07.02
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