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Vita e morte

La morte è un passo che tutti siamo chiamati a compiere. Passo in quale direzione? Verso il tutto o verso il nulla?
Una direzione intermedia non è aperta. Vita o nulla?

Verso il tutto, verso la pienezza sono convinti di sfociare i credenti in Gesù. Verso il nulla credono di essere indirizzati i non credenti, gli atei.

Chi riconosce lo spirito, corre verso lo spirito di Dio. Chi riconosce la sola realtà della materia, è convinto di cadere per sempre nel nulla. Spiritualismo e materialismo raggoiungono il culmine proprio con la morte. Ascesa ultima per gli spiritualisti. Discesa ultima per i materialisti?

Eppure l’uomo non è tutto e solo materia. Anche chi ipotizza la propria discesa sprofondandosi nel nulla con la morte, usa la propria spiritualità, insita necessariamente nel pensiero, proprio per negare la stessa spiritualità.
Anche l’ateo usa la propria intuizione su Dio, sorretta da Dio, per negare Dio!

La grande differenza tra chi crede in Gesù e chi non crede, si attua nel recinto della speranza. Fede e speranza si accompagnano. Come non-fede e disperazione si sposano. Una disperazione che si butta nella materia per sfruttarla e distruggerla.

La speranza è il punto diacritico che agisce quando ci si presenta davanti alla morte. Speranza verso il tutto e la pienezza. Disperazione verso il nulla e l’orrido.

Sì, è anche vero che, nella vita di ogni giorno, sembra presente una zona grigia, nella quale molti si collocano. Un sapere che “qualche cosa oltre ciò che si vede” ci deve pur essere. Ma in questa zona la sparanza rischia di affogare.

GCM 10.12.10, pubblicato 09.02.11