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Fede e amore

Ci sono delle persone, che sono fedeli e riflettono sul Vangelo, per quel tanto che possano dire “Io credo”. Ma non incontrano il Vangelo per poter dire “Io amo”.

Purtroppo, credenti ma non ancora amanti. Gesù ha detto che alla persona che crede, egli si consegna e il Padre si consegna: “Veremo da lui e abiteremo con lui”. Non ci si può “abituare” a una persona cara, senza innamorarsene.

Tutto in Dio conduce all’amore: “Dio ha così amato il mondo, da dare il suo Figlio”. Darsi è l’unico modo vero, con cui si esprime l’amore.

L’ammirazione per Gesù e per il Padre e per le loro opere  é porta all’approdo. L’approdo è l’amore che si dona.

Incontro persone che nutrono fede, e sono capaci di comporre ottime riflessioni sulla fede, come compongono ottime riflessioni sulla filosofia e sulla psicologia, ma non sanno perdersi nell’amore. Perdersi nell’amore, dimenticarsi in esso. Talvolta tanto da non saper distinguere dentro di sé  ciò che viene da loro da ciò che viene da Gesù. Sono figli e figlie entrate nella Trinità, perché alla Trinità si sono donate.

Accostarsi alla fede è un bel passo, eppure non basta. La fede senza le opere è morta. La prima opera della fede è l’amore. Anche gli sposi si donano la “fede” per indicare il loro amore.

La prima opera della fede è la preghiera per avere e per suscitare l’amore. Se crediamo davvero a colui, che può far tutto, da lui siamo sicuri che può giungere a noi l’amore. Ma l’amore ci domanda di lanciarci, di superare i confini della paura, del sesso, dell’egoismo.

GCM 08.08.11, pubblicato 27.10.11