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Il sentiero della speranza

Una vita felice, è una vita piena di speranza. Tutta la vita, per essere bella, deve essere attraversata dalla speranza. Il luogo della speranza è la vita presente.

Sperare colora di sicurezza ogni azione. Infatti lo sperare è andare oltre, sempre più in là.

Ma la speranza può rendere insipida ogni azione presente. Se il bene viene dopo, perché fermarci a gustare le cose del presente? E’ possibile che il presente, per quanto abbellito, sia soltanto un inganno? La beffa di non poter assaporare nulla davvero, perché il vero sapore lo gusteremo dopo?

La speranza è un dono o mostra il presente come un’illusione?

E se la serietà, con la quale vivivamo il presente, è un accumulo di motivi che rendono più godibile il futuro? Hanno ragione gli asceti, che si nascondono nelle Tebaidi per fuggire dal mondo?

Gesù visse la speranza e godette il mondo. Il suo vivere era carico di speranza, perché nel presente sperimentava l’anticipo della vita futura. La speranza di Gesù era innestata sul Padre, la cui volontà era eseguita in terra, come era vissuta in cielo.

Gesù visse ora il futuro. Egli sperava perché era certo di avere l’incarico di anticipare nella gioia, un futuro atteso eppure non nascosto. La Trasfigurazione rappresentava uno stimolo a sperare, perché era anticipo della futura risurrezione.

La speranza eleva il presente, lo rende più saporito, perché nel presente l’attesa è solo un vedere già presente il futuro. Si spera in una realtà sicura, tanto che questa sicurezza dona al presente una luce che il presente possiede, ma non sempre esplicita.

La vita è bella, perché è il sentiero della speranza.

GCM 28.03.11, pubblicato 01.06.11