HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2011 > Immortali

Immortali

Secondo la Bibbia, l’uomo è stato creato terreno (fango) e immortale. Poi sopraggiunsero peccato e morte.

Poteva un essere, ricavato dalla terra, essere immortale? Ciò che è nel tempo, passa: perfino l’universo è in un insicuro movimento.

L’uomo immortale, che con il peccato, produce la morte.

Senza morte, un essere di fango, come avrebbe potuto essere immortale, passare dalla dimensione del tempo e dello spazio ( o dalle tre dimensioni einsteniane) allo statuto dell’immortalità?

La risposta a questo quesito è ardua, o impossibile.

Eppure un’intuizione, prima della risurrezione di Gesù, gli Ebrei ce l’ebbero, quando ricordavano l’avventura di Elia.

Elia fu tolto, dice il testo, per ritornare prima della presenza del Messia. Egli è presentato coime una figura aerea, incompleta, pronta a ricomparire, dopo essere rimasta a lungo in un’altra dimensione.

L’immortalità, quindi, sarebbe il passaggio a un’altra dimensione, senza il passaggio attraverso la morte.

S. Paolo dice qualche cosa di simile, riferendolo agli ultimi viventi, quando il Cristo sarebbe riapparso. Nella prima lettera ai Tessalonicesi (4, 17) troviamo scritto: “... i morti in Cristo risorgeranno per primi. Poi noi i viventi, i rimanenti, assieme con loro saremo rapiti nelle nuvole per l’incontro del Signore nell’aria, e così saremo sempre nel Signore”.

Evidentemente il testo non è di facile interpretazione. Eppure per Paolo ci sono due modi per “essere con il Signore”: il risorgere da morti, e l’essere rapiti nei cieli per restare definitivamente con il Signore.

Però sembra proprio che si tratti di un altro modo di essere immortali, oltre a quello della risurrezione... chi vivrà, vedrà.

GCM 29.01.11, pubblicato 06.04.11