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Scandalo

Nel capitolo 17, Luca esprime il parere di Gesù sugli “scandali”.

In una società come la nostra, ammalata di sessuomania (prima sessuofoba, ora sessuomaniaca), lo scandalo era confinato al settore sessuale, e lo scandalo dei semplici era ristretto alla pedofilia. In realtà il Vangelo parla di ogni impedimento, ogni ostacolo (scandalum in latino, skandalos in greco) posto dagli altri sul nostro cammino verso il bene, in particolare nel cammino secondo Gesù e il suo Vangelo.

Di questi impedimenti, diretti e indiretti, è zeppa la nostra politica, come i giornali, le televisioni e la pubblicità.
Certe persone, e non sono rare! che fanno i politici o i giornalisti o le pornostar, sono destinate a legarsi la pietra al collo ed essere precipitate in mare.

Almeno così è, stando al Vangelo... se gli crediamo.

Però, per il testo di Luca, esistono anche piccoli impedimenti, che ostacolano nel compiere il bene: sono le offese, i giudizi, le invidie contro il nostro operare, ossia quel “pecca contro di te” del testo lucano. Certamente la nostra società, le nostre famiglie, le nostre comunità sono invase dallo scandalo dell’invidia (camuffata da quel buon senso superiore, che critica in bene degli altri). Si tratta del peccato contro i fratelli, lo scandalo contro la bontà delle opere o delle persone.

Come comportarci con queste lime quotidiane, che talvolta logorano i nostri nervi? Tacere? No: il Vangelo dice di reagire: “Rimproveralo”. Ma poi aggiunge l’atteggiamento di Dio: perdonare. Eppure alla condizione che Dio stesso pone, perché il suo perdono sia efficace: ossia l’offensore deve chiedere scusa, cioè chiedere il perdono.

GCM 08.11.10, pubblicato 19.01.11