HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2011 > Su e con

Su e con

Tra gli psicologi, troviamo alcuni che risolvono casi, altri che conversano. Casi da risolvere, o persone da ascoltare? Psicologi che intervengono per guarire malattie psichiche, oppure persone che parlano con altre persone per un colloquio, nel quale l’ascoltare si rivolge alla persona, che non è mai un caso da risolvere.

Chi deve risolvere un caso, utilizza ogni mezzo, che reputa opportuno ed efficace per far cambiare i comportamenti dell’ “ammalato”. La malattia è più importante della persona che ne è affetta. Guarire dalla malattia deve restituire la persona al suo funzionamento normale. Che cosa poi sia la normalità, è disagevole assai sapere.

E, in base alla propria personalità e al grado di maturazione raggiunto, lo psicologo sceglie il metodo che gli è più consono: intervento-su oppure presenza-con.

In base al metodo, lo psicologo vive una diversa percezione di sé.

Chi inteviene sulla malattia, è in ansia fino a che la malattia non è scomparsa. Quest’ansia influisce sul suo comportamento e sulla quantità di aggressione, con la quale egli tratta il “cliente”.

Chi accompagna con il dialogo, è sempre sereno quando dialoga, ed è convinto che l’aggiustamento psichico, qualora fosse necessario, avviene con le energie interiori del “cliente”.

Evidentemente questi non sono i due soli metodi per accostare la persona. Tuttavia questi metodi costituiscono la “filosofia” che sottende l’azione durante l’incontro.

Filosofia che ogni persona segue, quando è in relazione con un’altra persona: intervenire perché l’altro cambi, o scoprire e rispettare non il cambiamento, ma la naturale evoluzione delle persone.

GCM 23.02.11, pubblicato 09.06.11