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Potenza della croce

Mi sento frastornato dalle parole di Paolo, nella sua prima lettera ai Corinzi.

Mi sento frastornato, poiché io evito la croce. Il patire, la piccolezza, la nullità mi spaventano.

E Paolo invece mi dice: “La Croce è la sapienza e la potenza di Dio”!

Gesù, ai sofferenti che si rivolgevano a lui, dava sollievo, e invitava gli oppressi ad andare da lui per essere alleviati. E ora Paolo mi dice, che la Croce è potenza e sapienza.

Poi rifletto: non la mia croce o le mie sofferenze, ma la Croce di Gesù. La Croce di Gesù è potenza di Dio. Sembra che la potenza di Dio, attuata nella creazione e nei miracoli, sia inferiore alla Croce di Gesù.

Nella Croce si condensa la potenza, quella che è dispersa nei miracoli di Gesù, che lui stesso voleva occultare.

La sua Croce non si può occultare: Gesù è nudo ed esposto ai vituperi. Perfino la Risurrezione si manifesta ai pochi presenti, come dice S. Pietro negli Atti degli Apostoli. Invece la Croce è esposta a tutti, più ai nemici, che alle poche donne sofferenti, vicino alla Croce.

La Croce è annientamento ed è potenza. Gesù non poteva evitare la Croce, perché da essa dipende l’opera redentrice di Dio.

Io non posso, con ragionamenti di umana sapienza (nel mio caso, di stupidità pretenziosa) evitare la profonda unione tra croce e potenza. Soltanto la fede mi aiuta, quella fede che vede unite Croce e Risurrezione.

In tutto ciò che riguarda Gesù, posso vedere con la fede, che dove si presenta la debolezza della Croce, là si manifesta e agisce la potenza di Dio. Forse anche in me, nel mio annunciare Gesù, quanto più vi è di Croce, tanto più vi è di potenza. Solo la fede mi sostiene, mi illumina, mi consola.

GCM 03.09.09