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Fede semplice

 Io non ho la fede. E’ la scusa di chi rifiuta una vita orientata. Anche i soldati tedeschi, sotto il nazismo, si dichiaravano orgogliosi di non aver fede alcuna.

 Eppure la fede è la cosa più semplice, non costruita, immediata, intuitiva. Tutti noi ci affidiamo a ciò che non mostra un significato immediato.

 Chi dice di non aver fede, è sicuro di ciò che dice, ha fede nel proprio non credere. Infatti credere e non credere sono due facce della stessa dinamica di fede. Due sicurezze senza “razionalità logica”, due rassicurazioni antitetiche per renderci meno ciechi.

 La fede è semplicemente fidarci sulla parola. Una persona legge il giornale ed è portata “naturalmente” a dar credito a ciò che il giornale riferisce. Uno sai reca al mercato e ...si fida. Va dal medico e prende le medicine prescritte dal medico: “lui lo sa!”.

 Ogni giorno noi ci fidiamo di quello che un’altra persona è oppure sa.

 Noi si “ragiona” per arrivare alla fede: “intelligo ut credam” dice Anselmo di Aosta. Però il ragionare ci fa giungere a quel punto dove la ragione è oltrepassata.

 Poi, dopo essere entrati nella fede in Dio, si discende nel ragionare: “credo ut intelligam”.

 Fede nel medico, per ciò che lui è o sa.

 Fede in Dio, per ciò che lui è e che lui sa.

 Fede semplice dicendo “sì” a quello che Dio ci scopre e ci svela.

 E’ vero che Dio, ci svela cose strabilianti. Guai se non fosse così, se anche lui diventasse un semplice opinionista da giornale. Lui vede e sa, con certezza, perché il suo sguardo è affermazione, non opinioni. Lui è la verità.    

 GCM 27.01.09