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Mia Trinità

I teologi stanno cercando di fare qualche contorno ai concetti di Trinità immanente e Trinità economica. Ai cristiani le ricerche teologiche interessano relativamente, come se le parole “su” Dio, abbiano poca importanza, e anche le parole “di” Dio.

Sembra che la gente sia convinta che i teologi abbiano buon tempo, per perdere del tempo sulle astruserie. Ricordo uno studente chierico di teologia, si distraeva a scuola di dogmatica, dicendo che attendeva la fine della lezione per uscire dalla nebbia.

Eppure, pur usando parole accademiche come “immanente” ed “economica”, i teologi parlano di cose che ci riguardano e che concernono la stessa loro vita eterna.

La domanda è questa: ciò che Dio opera in noi è la medesima vita che Dio vive dentro di sé? Quale rapporto c’è fra Dio e me, e noi? Siccome Dio è Trinità, quale relazione intercorre fra la Trinità e noi?

Noi siamo vivi, perché Dio c’è. La Trinità ci ha raggiunto dalla creazione fino alla mediazione dei nostri genitori, e dalla Risurrezione di Gesù fino alla realtà di noi Chiesa, oggi.

Siccome Dio opera sempre come Trinità, perché è strutturato in Trinità, quale la mia posizione esistenziale in rapporto alla Trinità? Io sono salvato da Dio, spero nel mio futuro eterno, come allora si inserisce e si radica la mia speranza nel Dio Unitrino?

Per salvarmi non posso prescindere da Lui, il Signore Trino, come vivo la mia fede nella salvezza? Sono entrato nel vissuto della Trinità, perché in essa mi ha condotto e inserito Gesù Risorto, che è la mia vita.

Allora la questione: la Trinità è come si mostra nel salvarmi? Oppure c’è un distacco profondo tra ciò che Dio è, e ciò che fa nel mondo, tramite Gesù e noi sua Chiesa?

Io sono immerso nella Trinità: ciò che riguarda essa, riguarda direttamente me.

GCM 16.04.09