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L’aiuto religioso

Noi, cristiani cattolici, possiamo chiedere aiuto alle altre correnti religiose, oltre che impegnarci al reciproco rispetto?

Che cosa manca a noi, che gli altri hanno?

Sappiamo che ogni realtà storica è incompleta, e che la convivenza tra gli uomini crea necessari aiuti reciproci per vivere.

Questo aiuto reciproco, e la necessaria presenza di altre correnti religiose, sono necessari anche tra le religioni? Se sì, come realizzare questa reciprocità per completare, e non per rinnegare, la nostra scelta religiosa?

Può il cristianesimo, che ha accolto in sé la completezza della rivelazione tramite Gesù, essere ancora completabile anche dall’esterno del proprio ambito di fede?

E’ evidente che il  cristianesimo è in continua fase interna di crescita nel tempo verso la parusia finale: perciò gli manca sempre qualche cosa perché la sua completezza è nel futuro escatologico, quando anche l’ultimo nemico, la morte, sarà debellato, e tutto rifluirà, Cristo compreso, nel Padre.

Questo sviluppo “naturale” ha qualche attinenza con l’aiuto che può giungere dall’esterno? L’esterno non solo del tempo e dello spazio, ma anche dell’uomo, compresa la sua dimensione religiosa? Se sì, come le altre religioni possono aiutare il cristiano a essere sempre più se stesso?

Lo stesso confronto è già uno stimolo. Però questo stimolo è indiretto.

La religiosità di altri può unirsi alla nostra religiosità e diventare nostra preghiera autentica? Unica preghiera.

I “residui” di verità, insiti nel seno di altre religioni, possono essere schegge che a noi mancano?

La “loro” umanità verso Dio, può diventare anche nostra umanità partecipata?

GCM 21.10.09