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Il nostro satana

Una perversità ci accompagna: noi rendiamo maestra di vita per gli altri, proprio la nostra ignoranza.

La nostra ignoranza ci fa sbagliare innumerevoli volte. E l’ignoranza spesso ci scusa dalla responsabilità. Ma quando con la nostra ignoranza facciamo errare gli altri, allora essa diventa un delitto. Gesù ci avverte di non lasciarci guidare dall’ignoranza altrui: guide cieche che portano fuori strada.

Peggio se chi guida non è soltanto ignorante, ma cattivo pretenzioso, che porta in errore gli altri, raccontando favole, come avverte S. Paolo.

Satana è omicida fin dall’inizio, ci indica la Scrittura. Perché lo spirito del male, che imperversa nel mondo e serpeggia dentro ogni persona, induce al male, proprio istillando negli altri, il proprio veleno, la propria cattiveria.
Forse anche per ciò è un serpente, che tenta Eva.

E’ facile allearsi al satana, quando la nostra cecità nelle Scritture vuole diventare criterio di critica contro gli altri. Se fossimo abituati alla Parola di Dio, e irrorati dal suo pensiero, allora le nostre critiche (e sono quotidiane e spesso feroci) si confronterebbero con Dio, per vedere se sono secondo la Parola di Dio (arrivata a noi attraverso il servizio cristiano alla verità) oppure secondo il nostro gusto, o perfino secondo la nostra perversità interiore.

Se siamo criticati o critichiamo gli altri, confrontiamo la nostra o l’altrui critica con la Parola di Dio, e sapremo come agire in conseguenza. Se la critica è priva della Parola di Dio, lasciamola perdere: è meglio!

GCM 10.10.10,