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Caro amico

Ecco perché io desidero che le elezioni, politiche, amministrative, referendarie si svolgano ogni due settimane: perché molti, anche quelli che non conosco e che non mi conoscono, si ricordano di me. Telefonate e lettere mi arrivano. D’improvviso mi accorgo di esistere, perché, se gli altri non mi riconoscono, io non esisto.

Non capisco la disaffezione per le elezioni, se queste mi danno una sensazione tanto gradita.

Una persona, mai conosciuta mi dà del tu, e mi chiama “caro amico”. Evidentemente attendo che questa persona si faccia vedere, e, magari, che mi inviti a cena (bel risparmio per le mie finanze, adesso che il governo mi fa stringere la cinghia).

Ma poi la delusione: quel caro amico non si fa vedere, forse perché troppo occupato e indaffarato, e debbo aspettare le prossime elezioni per ritrovare il caro amico.

E poi tutti questi cari amici mi promettono tutti le stesse cose. E, siccome da cari amici ricevo l’invito a votare per ciascuno di loro, io mi sento soffrire, perché il governo mi permette di esprimere un solo voto, mentre io dovrei votare per almeno venti persone: devo tradire diciannove cari amici, per accontentarne uno. Oppure, per non far torto a nessuno, non mi reco alle urne.

Finisce che dopo tanti cari amici, che si ricordano puntualmente di me (almeno fino a quando il mio nome resterà inserito nella guida telefonica), li perdo tutti e rimango inesorabilmente solo!

Per non soffrire di delusioni è meglio mantenere le amicizie di quanti mi conoscono, a cominciare dall’amicizia di Dio.

Lui sì mi conosce... e ciò non ostante mi ama. Ma lui non ha bisogno di voti.

GCM 15.03.10