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Progresso

Progresso e cambiamento. Il progresso fa crescere. Il cambiamento abbandona o distrugge, per instaurare la novità.

La sapienza insegna a favorire il progresso anche con il cambiamento. Ma il cambiamento consono al progresso, è connesso con l’esistente, per farne crescere le potenzialità insite.

L’intelligente favorisce i progresso. Lo stupido mira subito al cambiamento. Tutte le rivoluzioni sono prodotte da persone poco dotate. Le evoluzioni sono favorite da persone intelligenti e prudenti.

Progresso e cambiamento sono due modalità dinamiche. Però si trovano persone così poco intelligenti e tanto paurose, che vorrebbero fermare il mondo e restare fisse al già conseguito.

Il destino della chiesa è progredire.

Gesù, nel discorso programmatico che leggiamo in S. Matteo, è per il progresso: non è venuto per distruggere, ma per completare. Anche quando emette il suo “fu detto, ma io vi dico”, non distrugge ma completa, approfondisce.

“Vi fu detto di non uccidere, ma io vi dico: non odiare!”. Dall’azione delittuosa, egli approfondisce, penetrando nella dinamica degli omicidi.

I concili ecumenici, voci corali delle istanze della chiesa, sono tappe del progresso, anche quando questo si fregia della qualità di aggiornamento.

I cambiamenti sono distruttivi, e spesso solamente estreriori. Il progresso è costruttivo, arricchendo l’esistente.

Quanto spesso il nuovo parroco, il nuovo vescovo, il nuovo provinciale, il nuovo guardiano seguono l’insipienza del cambiamento, riuscendo più spesso a distruggere (secondo l’insensata formula di Bacone) senza riuscire mai a costruire!

GCM 08.11.10, pubblicato 02.12.10