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Risurrezione ed entropia

Da sempre la Bibbia e la parola di Gesù e degli apostoli ci hanno messo nel cuore una certezza: “Passerà la figura di questo mondo”.

Ci hanno anche assicurato che ci saranno cieli nuovi e terra nuova, dai quali è bandita ogni sofferenza e la caducità.

Scompare quindi il mito dell’eterno ritorno, inventato dalle religioni confinate nel presente, dentro le quali fa frequente capolino la favola della metempsicosi e della reincarnazione.

La scienza fisica si vanta di aver scoperto la seconda legge della termodinamica (entropia), applicata ad ogni manifestazione dell’universo. Legge questa, che conduce alla soglia della creazione, della genesi primordiale. Questa nega, grazie all’entropia, la possibilità di un cosmo presente “ab aeterno”.

L’universo è in decadenza perenne.

Anche il dilatarsi dell’universo - secondo l’astrofisica - è uno dei segni della decadenza, grazie proprio alla seconda legge della termodinamica.

L’unica realtà in controtendenza a questo disfarsi dell’universo, da sempre presente nella fede monoteistica, è lo spirito umano, la sua intima vitalità. Non il corpo, anch’esso succube della legge entropica, ma la sua presenza spirituale, quella presenza che è sottratta alla disgregazione entropica, grazie al fatto che lo spirito umano è partecipazione dello Spirito di Dio.

La controtendenza iniziata e “dimostrata” dalla Risurrezione di Gesù. Gesù, in pienezza, vive quel “soffio divino” inspirato nelle narici di Adamo. Gesù attiva in sé ogni possibilità dell’uomo, già seminata in ogni “adam” (uomo di terra), dimostrando la più energica controtendenza all’entropia.

GCM 21.04.06