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Bellezza

La bellezza di Dio attrae e salva.

Noi vediamo bella, anche fisicamente, una persona che ci ama.

La bellezza sgorga, zampilla, fluttua dall’amore.

Dio vissuto come giudice e punitore, ha necessariamente un aspetto truce. Dio amore si fa bello ed è scaturigine di bellezza. L’amore si fa ammirare, e l’ammirazione introduce all’amore, perché l’ammirazione non si esaurisce in un’idea, ma coinvolge il sentimento. Però tutto si inizia da un amore che si manifesta, che si comunica.

Dio è bello, perché egli “ha amato per primo”. Nel tempo e nel cosmo Dio espande il suo amore trinitario. Che cos’è un tramonto montano, se non una scia della bellezza di Dio? Ai tramonti, alle aurore, ai meriggi i popoli etnici volgevano la loro adorazione. Penetrando lo sguardo un po’ oltre, ci si imbatte nella bellezza di Dio.

Però Dio stesso, anziché attendere che l’uomo sfori l’aurora per incontrarsi con Dio, squarcia l’aurora e si presenta come “sole che sorge”. Ed ecco apparire il volto di Dio, nel volto di Gesù. La bellezza di Dio, depositata e vibrante nell’amore di Gesù.

Gesù è la bellezza di Dio, perché Gesù è l’amore di Dio. Contemplare Gesù è entrare nell’atmosfera della bellezza. Perciò la contemplazione è preghiera, perché la quintessenza della preghiera è lo stare davanti a Dio, il rilevarne la presenza e l’amore.

Dalla contemplazione al canto la via è breve e necessaria. “Canterò al mio diletto un canto”. Chi non riesce a cantare, forse è ancora distante da quella contemplazione, che prega.

GCM 27.06.06