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Gesù presente

Povero Gesù, stiracchiato di qua e di là, applicando a lui gli schemi, i più disparati, delle varie scienze e dei poveri diversi nostri saperi umani!

Eppure in questi svariati tentativi di inquadrare Gesù, pretendendo che Gesù sia “soltanto” questo o quest’altro, c’è un fondo di nostalgia di lui. Alcuni lo vogliono addomesticare dentro gli schemi di una scienza o di una filosofia. Altri vorrebbero cancellare Gesù, per erigere al suo posto un idolo mentale. Ma anche l’Assoluto al posto di Gesù, un assoluto che sostituisce Cristo, è un bisogno di cristicità, di funzione cristica, nascosta dietro la dinamica di sostituire il Cristo Gesù, per proclamare un Cristo che non sia il Gesù di Nazareth.

Il cristiano credente ha la gioia e l’intima sicurezza che soltanto Gesù è il Cristo. Questa gioia sicura, e sicurezza gioiosa, non sempre è capita dal non credente, ma è anche invidiata. La sicurezza cristiana dà tanto fastidio a chi non la vive, da indurre alla persecuzione. L’invidia fa i martiri cristiani. Proprio come l’invidia provoca i martiri politici, filosofici e scientifici.

Per Gesù si può - si deve? - giocare la vita. Senza Gesù non si vive, e con Gesù si può anche serenamente morire.

La fede ci fa scoprire Dio in ogni situazione. La stessa fede ci fa scoprire Cristo in ogni situazione, ossia quella cristicità dell’universo, che tanto aveva attratto Teillahrd de Chardin.

La fede ci fa scoprire che il mondo fu cerato per mezzo di Gesù, del Verbo. Gesù presente e serpeggiante nella realtà che ci circonda. Perciò ci sembra naturale la reazione di Francesco d’Assisi che all’udire il belato della pecora, ricordava spontaneamente l’Agnello di Dio.

GCM 05.07.06