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Respirare la risurrezione

L’orizzonte risurrezione oggi si è affermato, anche presso i cristiani. I cristiani si sono lasciati prendere dalla frenesia del produrre, e del cristianesimo a loro rimane, sì e no, l’onestà e la correttezza negli affari.

Tramontando la risurrezione, tramonta anche Gesù. Lo ricordava già Paolo di Tarso ai Corinzi: “Se non esiste la risurrezione, neppure Gesù è risorto”. Gesù non serve a chi non deve risorgere..

Sulla morte si è puntato l’obiettivo. Ricordiamo le pratiche per “una buona morte”, senza che in essa facesse almeno capolino la risurrezione.

Tramontando la risurrezione nella nostra sensibilità, si spegne anche la luce che la risurrezione proiettava sulla vita. La vita è “per la morte” proclamava Heidegger. La vita è moritura. Mentre, in Gesù, la vita è “risurrettura” (come si trova scritto nel frontespizio d’ingresso di alcuni nostri cimiteri: “resurrecturis”).

La vita che è aperta verso la risurrezione, è il primo passo della risurrezione. L’al di qua è l’anticipo dell’aldilà. E’ l’altra faccia del “come in cielo, così in terra”.

La vita vissuta in vista della morte, perde interesse, diventa inutile, e tende a esasperare le piccole soddisfazioni del presente.

La vita vissuta nella prospettiva della risurrezione, acquista spessore e gioia. Io mangio e nutro ciò che è assunto nella risurrezione. Io lavoro, e la mia opera è un inizio di ciò che compirò per sempre. Io amo, e già esercito i primi palpiti di ciò che vivrò per sempre, nella felicità autentica.

Il tramonto della risurrezione rende la vita triste e ingolfata nel presente.

GCM 21.03.06