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Balbettare Dio

Da quando i teologi hanno intuito che le spiegazioni metafisiche dei sacramenti non soddisfanno, sono rimasti, almeno in parte, senza fondamento razionale. La dinamica dei sacramenti non può essere appoggiata esclusivamente sul binomio causa-effetto. Infatti l’effetto è nell’uomo, la causa è in Dio. Dio eleva l’uomo al proprio rango, affinché possa essere influenzato da Dio stesso.

Questa elevazione è effetto? Dio deve prima elevare l’uomo per causare in lui l’effetto. Ma se lo eleva, Dio ha già causato l’effetto: Oppure è necessario sfuggire al binomio causa-effetto, perché le opere di Dio sfuggono al dominio dell’uomo, e non possono essere “spiegate” con le categorie sia empiriche che metafisiche in nostro possesso?

In tutto questo “processo” salvifico, l’uomo è solo oggetto passivo di salvezza?

Perché allora Gesù afferma “la tua fede ti ha salvato”?

Tutte le nostre riflessioni filosofiche (e perciò teologiche, secondo la teologia tradizionale) sull’opera di Dio si riducono ad amorosi tentativi di penetrare la tenebra, ma sempre con esito minimo e deludente.

Oggi, per indicare l’opera di Dio attraverso i sacramenti, possiamo anche servirci dell’aiuto della fisica subatomica, sempre con la certezza di non giungere a spiegare l’azione di Dio, che, pur creando la realtà visibile, non ne è incluso.

Infatti Dio crea la realtà, nella quale noi siamo immersi. Però il creare, non è causare. Non è un generare dal nulla, perché il nulla non esiste prima della creazione, essendo Dio esistito da sempre.

Creare è azione di Dio non spiegabile, ma accettabile con la fede.

GCM 18.06.06