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Eccoci risorti

Vivere da risorti e non da mortali. E’ S.Paolo che ce lo dice: “Voi siete morti e siete risorti”.

Noi aderiamo vitalmente a Gesù. Non ci sentiamo degli iscritti al suo partito. Siamo “consanguinei” e “concorporei” di Gesù. La nostra fede e il nostro battesimo ci hanno regalato una nuova struttura vitale.

Questa struttura vitale è Gesù. Il Gesù di oggi, il Gesù risorto, vivo eternamente.

Gesù doveva risorgere, perché il suo vivere era tutto impregnato di risurrezione. Quella risurrezione è la gloria divina, che egli aveva fin dall’inizio, e che si manifestava nella sua preghiera, quando la sua unione con il Padre, prendeva forma incandescente.

Di questa forma incandescente di preghiera, furono testimoni disorientati i tre apostoli, quando assistettero alla Trasfigurazione di Gesù. Dal suo intimo l’incandescenza non solo si diffuse sul suo volto ma si profuse anche nel suo vestito.

Gesù doveva risorgere, perché era già impregnato di risurrezione, di quella risurrezione che permeò anche il suo corpo, dopo la sua morte. Morte necessaria, perché anche per il corpo si manifestasse la risurrezione.

Or dunque, noi siamo inseriti in Gesù. Quindi partecipiamo della sua risurrezione. Viviamo da risorti la nostra vita e anche la nostra morte.

La morte è completamento non fine. Completamento di vita, ossia di risurrezione nella risurrezione. Il nostro corpo deve “sciogliersi” per acquistare un’altra struttura. Lo scioglimento è doloroso, eppure è glorioso, perché sciogliamo l’opacità che nasconde la vita di Gesù, nello Spirito, che ferve silenziosa dentro di noi.

GCM 06.04.06