HOME

Home > Gesù RISORTO > Articoli 2006 > Dio e la fisica

Dio e la fisica


Dio ha un posto dentro la concezione dell’universo quale è visto dalle scienze fisiche?

La fisica, almeno in alcuni suoi esponenti, parte dal concetto di “infinito”. La rivelazione accetta il concetto di infinito, attribuito a Dio: “i cieli dei cieli non ti contengono”.

Ma proprio qui sta la prima incomprensione. Il concetto di infinito, che la fisica deduce dalla matematica, è un concetto che può essere usato per le scienze (fino a quando e come?), ma non può essere applicato a Dio, perché il suo “infinito” non è matematico, come non può essere sottoposta al criterio matematico la realtà di Dio Uno e Trino (svista questa che sta alla base del concetto di unità nel Corano).

Perciò tutte le interessanti deduzioni che i matematici e i fisici fanno a partire dal loro concetto di infinito, non toccano la concezione di Dio.

L’altra grande scoperta, compiuta dall’astrofisica sull’inizio dell’universo, non è adatta a indicare il senso di “creazione”.

La definizione infantile di “creazione dal nulla” è tramontata. Dio crea e basta, e non riceve la creazione dal nulla, altrimenti il creato sarebbe nulla, causato dal nulla.

I fisici arrivano ad ammettere il big bang iniziale. Oltre non possono non devono e non sanno andare. Non possono andare perché l’oltre non esiste, se misurato da criteri fisici.

E’ vero che nel big bang non solo si inizia il cosmo, ma anche il tempo e lo spazio. L’oltre non lo si può misurare come un “prima”, perché il prima esiste solo se c’è tempo.

Da sempre noi crediamo e sappiamo che Dio non è misurabile con il tempo e con lo spazio. E le nostre affermazioni di “principio”, “sempre”, “infinito”, sono soltanto lontane e molto imperfette metafore. Questo lo sappiamo. Perché certi fisici pretendono di ignorarlo?

GCM 16.02.06