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Gesù profeta 2

Quando ci accorgiamo che Gesù risorto è sempre qui presente e che ci segue (come un angelo custode?) e al quale possiamo rivolgere sguardo, affetto, parola in qualsiasi momento, allora il nostro cuore si illumina.

Parlare con chi mi ascolta, scrivere per chi mi legge, con Gesù qui presente, che mi guarda e mi ama, diventa una festa lucente, un'esplosione calda e rigenerante.
Gesù, infatti, mi ha insegnato come parlare per essere un profeta con lui, pieno di voglia di recare bene e luce, come era voglioso lui.

Gesù è profeta, nel senso genuino del termine: colui che parla per conto di Dio. Il profetismo si differenzia da altre forme di comunicazione o di insegnamento, per il fatto che è un "trasmettitore e un canale" della parola di un Altro, cioè di Dio.
In Gesù quest'"Altro" era talmente intimo a lui, da poter egli dire: "Io e il Padre siamo tutt'uno". Perciò la sua profezia sgorgava dal suo cuore, ossia dalla parte più intima e recondita di se stesso, dove l'incontro con il Padre avveniva nell'unità. Perciò Gesù, il Profeta, poteva e doveva dire: "In verità io vi dico", oppure "Ma io vi dico", e la sua parola "aveva autorità".

Di fronte al vero senso del profetismo, come trasmissione della parola di Dio, diventa menzogna ogni altra pretesa di profezia. È bugiardo il titolo di un'opera conosciutissima "Il Profeta" (Gibran Kalil Gibran), dove il cosiddetto profeta squaderna il proprio pensiero. E sono bugiardi tutti i celebrati profeti dei vari socialismi, liberismi, esistenzialismi, positivismi … Non sono profeti, perché non conoscono né riconoscono Dio.

GCM 09.11.02