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Cuore libero

Il Vangelo, la Parola di Dio, assieme con l'Eucaristia e il Corpo di Cristo realizzato nella Chiesa, sono il riferimento della nostra vita, l'appoggio esistenziale nel nostro cammino quotidiano.

Al Vangelo ci si può accostare da molti lati. A volte una illuminazione inattesa, sorprendente ci butta in faccia la bellezza del Vangelo. A volte una sofferta ricerca paziente ci svela a poco a poco la vitalità del Vangelo. Altre volte lo studio, la professione, la semplice curiosità. Lo Spirito di Dio è "raffinato" e non riusciamo a scoprire per dove ci penetra. Però arriva il momento che tocchiamo con mano la sua arcana opera, e ne restiamo entusiasti, se ancora il nostro cuore è fresco.

Eppure, per chi ricorre sovente al Vangelo, sono due le strade imboccate. Una è la più percorsa negli ultimi secoli della teologia cattolica (Tommaso d'Aquino conduce): avere un'idea o una tesi da esprimere e ricorrere al Vangelo per la conferma. Su questa via si orientano i catechismi, debitori di quella teologia.

Secondo questo metodo, le novità del Vangelo emergono solo dopo che il pensiero umano ha raggiunto nuove mete.

L'altra strada è riservata ai puri di cuore, alle persone senza "preconcetti" o senza "precomprensioni", scolastiche, filosofiche o teologiche. Essa consiste nell'andare al Vangelo con il cuore aperto e assetato di Dio. Leggerlo nella semplicità: lasciare che parli il suo linguaggio, senza dettargli ciò che aspettiamo ci dica.

Secondo questo metodo, il Vangelo ci raggiunge con tutta la sua freschezza. La novità sgorga dallo stesso Vangelo. Ogni volta che l'accostiamo, il Vangelo è gravido di nuove e più profonde intuizioni. Da questo metodo nasce impellente la necessità di capire ciò che davvero ci dice il Vangelo, e scaturisce anche il bisogno di scoprire il testo perfino con i provvidenziali espedienti scientifici.

GCM, 10.05.02