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Apparve

"Si mostrò". Apparuit nel latino, epifane in greco (da cui Epifania).
Che cosa o chi si mostrò? - Paolo, nella sua lettera a Tito, specifica: "Apparve il dono di Dio, nostro salvatore". "Si palesò la autenticità e la filantropia del nostro Salvatore Dio".

Il Natale ci ricorda la manifestazione di Dio, l'epifania del Dio che salva. In Gesù si palesano il dono, l'autenticità pratica e l'amore di Dio per gli uomini.
L'amore di Dio si palesò a noi - scrive l'autore della prima lettera di Giovanni - nell'inviare nel mondo il suo figlio unigenito, affinché noi si avesse vita attraverso lui.

Gesù è il segno e la garanzia dell'irruzione dell'amore di Dio nel mondo. L'amore incontenibile di Dio (è infinito!) si sfoga totalmente verso di noi uomini, attraverso questa valvola di autenticità che è Gesù. Gesù sfogo dell'amore incontenibile di Dio.

Perché sfuggiamo alla marea dell'amore? Abbiamo sete di amore, sete che ci strazia le viscere, perché il nucleo della vita è amare.
Eppure sfuggiamo all'amore del Padre. Ci accontentiamo di qualche sorso d'acqua. L'amore del gatto preferito, dell'autore preferito, dell'amante o della prostituta, del coniuge o dei figli, del conoscente e dell'amico.
Poche gocce d'acqua, al posto del diluvio inebriante di vino.
Essere trasformati in amore spaventa il nostro egoismo, e sfuggiamo Dio.
Intanto cresce la nostra aridità e si spegne il nostro sentire, e stupidamente ci chiediamo perché la vita diventa senza sapore, secca.

Il Natale è un tentativo della Chiesa di Cristo, per spaccare il nostro cuore desertificato, cominciando delicatamente a ridestare in noi sentimenti verso un piccolo neonato, verso tutti i piccoli e i sofferenti.
Poi, purtroppo, non siamo capaci di dilatare e far sviluppare i nostri sentimenti. E ritorniamo nell'aridità.

GCM 10.12.02