Sono io Parola di Dio?
Nella storia del popolo cristiano, si elencano non pochi casi di
persone, che si proclamano Cristo, e quasi sempre si è trattato di
allucinazioni o di psicopatie gravi. Eppure non è stato sempre
così. Paolo di Tarso di sé dice: "Io vivo, ma non vivo io, in me vive
Cristo". Francesco d'Assisi e Padre Pio, con la loro vita e con le loro
stimmate, dimostrano che anche fisicamente Cristo è riproducibile.
Che scopo e quale funzione riveste la lectio divina nella dinamica della trasformazione in Cristo?
Alla lectio divina ci si accosta con molti svariati atteggiamenti. Ne ricordo tre.
- Il disorientato:
chi si trova, per caso, dentro un gruppo che compie una lectio divina
(lettura della Sacra Scrittura). Questo avviene consuetamente per le
persone che, durante un ritiro spirituale, accettano di partecipare a
una lettura biblica programmata dagli organizzatori.
- Il curioso: chi va ad "ascoltare" una lettura biblica. Egli è attento a ciò che viene detto, perché vuole soltanto imparare.
- Il desideroso:
è colui che partecipa alla lettura per farsi penetrare dalla Parola.
Lentamente, con un esercizio continuo e rinnovato, che rifugga da una
partecipazione casuale alla lettura, egli impara a sentire la Parola di
Dio come parte intima di se stesso.
Questo percorso è un po' scabroso, richiede amore, coraggio e fatica, e porta a un'esperienza nuova di vita cristiana.
Per diventare un "desideroso" della Parola di Dio, la condizione di
base è credere a Gesù Risorto. Chi è stato colpito dall'impensabile
evento della Risurrezione si fide totalmente di Gesù. Tutto ciò che
concerne Gesù diventa oggetto di amorosa e stupita ricerca. Il
desideroso si scopre felice di diventare lui stesso Parola di Dio.
Cristo vive in lui, anche come parola stampata nel suo cuore, divenuta carne della sua carne.
GCM 17.05.02
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